BASILICA DEL CARMINE
D'impianto trecentesco, ricostruita in forme rinascimentali da Lorenzo da Bologna, la Basilica del Carmine fu terminata nel Settecento.
D’impianto trecentesco, ricostruita in forme rinascimentali da Lorenzo da Bologna, la Basilica del Carmine fu terminata nel Settecento. La facciata disegnata da G. Gloria (1737) è dotata di un portale timpanato, ornato dalle statue di due Sante e della Madonna, opere di G. Bonazza. L’interno è maestoso, scandito alle pareti dai sei cappelle. Di rilievo la tela con la Madonna di S. Dall’Arzere, presso il presbiterio.
L’adiacente Scoletta, edificata nel XIV secolo e sede dell’omonima confraternita, conserva splendidi affreschi cinquecenteschi, rappresentanti storie di Cristo e di Maria, opere di Giulio e Domenico Campagnola, Girolamo dal Santo, Stefano dall’Arzere.
LA BASILICA
Vicende: nel 1212, fu edificata la prima chiesa, dedicata alla Purificazione di Maria, assieme ad un convento di monache benedettine; trasferite alla fine del secolo.
Il convento fu ricostruito dai frati carmelitani prima del 1295 e la ricostruzione della chiesa ebbe inizio nel 1335. Sorse anche un’importante scuola teologica nella quale venivano a laurearsi frati di alri paesi: la prima notizia di essa
risale al 1381. La nuova chiesa dedicata a Santa Maria del Carmine fu consacrata nel 1446.
Nel 1491, a causa di una forte nevicata cedette la copertura lignea, e la chiesa fu distrutta: si salvò solo l’abside poligonale. Della sua ricostruzione, iniziata nel 1494 si occuparono il lapicida Francesco Donato e a Zuan de Riccardo “muraro”, sostituiti l’anno successivo da Pietro Antonio degli Abati (al quale si deve la cupola), da Lorenzo Da Bologna e da Maestro Bertolino ai quali si attribuiscono gli arconi laterali. Nel 1503 subentrò ai due il maestro muraro Biagio da Ferrara figlio di Bonaventura Bigoio, progettista della Loggia del Consiglio.
La miracolosa cessazione della peste nel 1576 suscitò nei padovani il culto della Madonna del Carmine e qui fu trasferita una sua immagine.
Nel 1696 a causa di un terremoto crollò la volta cinquecentesca e nel 1800 bruciò la cupola eseguita da Pietro Antonio. Nel 1810 il convento e la Chiesa venivano soppressi e divennero di proprietà demaniale; ma nello stesso anno il Vescovo Dondi Dall’Orologio e il Conte Maldura, capo fabricere di S. Giacomo, ottenevano il trasferimento della parrocchia da San Giacomo ai Carmini. Nel 1830 fu riparato il danno subito dalla cupola, ricostruita in seguito più volte a causa di danni procurati da eventi naturali, fino al rifacimento in rame della calotta esterna nel 1931-32. La scuola e il chiostro furono danneggiati durante la seconda guerr a mondiale.
Facciata: si presenta oggi incompleta poiché l’opera di Giovanni Gloria si arrestò all’alto zoccolo e al portale di ingresso (1737). Tommaso Bonazza, nel 1736, con l’aiuto del fratello Michelangelo, vi eseguì le statue della Madonna e di Due sante entro le nicchie sopra il timpano del portale.
La porta in legno è opera di intaglio del 1412.
Interno: grazie agli arconi dei muri laterali della navata, la chiesa assume una solenne grandiosità. La chiesa è ad una sola navata, coperta da una falsa volta a lunette, rifacimento settecentesco di quella eseguita da Lorenzo da Bologna e da Bartolino.
Le pareti laterali sono scandite ciascuna da sei cappelle con catino; sulle pareti al di sopra di ciascuna cappella, sono collocate sei tele per lato. All’interno di alcune cappelle sono collocati stemmi di importanti famiglie nobili padovane.
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